Preferiti dei bambini

La paura delle «brutte compagnie»

Come navigarla e guardare con fiducia alle amicizie dei nostri figli.

Giada Vettorato Life & Family Coach
10 dicembre
Quando un genitore percepisce che i figli preadolescenti o adolescenti stanno frequentando amici «non proprio in linea» con i loro valori familiari, la preoccupazione arriva in un attimo. Ci si ritrova a immaginare scenari difficili, a chiedersi se quei compagni possano trascinarli in comportamenti rischiosi o fuori dalla propria portata. È una paura valida e comprensibile, che parla del desiderio profondo di proteggerli.

E se invece provassimo a spostare lo sguardo?
E se la chiave non fosse controllare… ma comprendere?

Perché i nostri figli scelgono certi amici

Le amicizie nascono da dinamiche molto naturali, che riguardano tutti. Nei ragazzi, però, diventano più intense perché la preadolescenza è la stagione in cui il sé si costruisce e si sperimenta. In questa fase avvengono due movimenti principali:

1. Assimilazione. Tendiamo ad avvicinarci a chi ci risuona, a chi, per qualche ragione, ci fa sentire compresi perché mostra delle caratteristiche simili alle nostre o sta vivendo una situazione che ci ricorda la nostra.

2. Compensazione. Cerchiamo spontaneamente persone che mettono in scena comportamenti che noi stessi vorremmo imparare a integrare o che vivono situazioni che noi vorremmo abitare:
  • chi tende a rimanere in disparte può sentirsi incuriosito da chi entra nelle situazioni con sicurezza e prende iniziativa;
  • chi è molto attento alle possibili reazioni degli altri osserva con interesse chi si esprime con libertà anche quando è sotto gli sguardi altrui;
  • chi procede con cautela si avvicina a chi sperimenta, prova, rischia.

Sono incontri che permettono di esplorare possibilità, di osservare da vicino comportamenti che i ragazzi non sentono ancora propri ma che desiderano comprendere meglio.

In preadolescenza questi processi si intensificano, perché i nostri figli stanno costruendo la loro identità e hanno bisogno anche di vedere come si muovono gli altri per capire chi sono e chi vogliono diventare.

Come affrontare allora la paura delle «brutte compagnie»?

Quando qualcosa ci spaventa, la tentazione è chiudersi, limitare, bloccare. È un riflesso naturale. Ma spesso rischia di irrigidire la relazione e rendere quelle amicizie ancora più attraenti.

Un approccio più utile parte dalla curiosità: «Che cosa vede mio figlio o mia figlia in quella persona, che io non sto ancora vedendo?». Ti lascio una pratica che forse non ti aspetti e che può essere la chiave per nutrire questo sguardo aperto e curioso.

Invitare gli amici a casa (anche se sembra controintuitivo)

Molti genitori mi raccontano che l’idea li spaventa. Eppure è uno dei modi più efficaci per osservare la relazione da vicino e per trasmettere un messaggio implicito di fiducia.

Accoglierli in casa permette di:
  • vedere con i propri occhi la dinamica, senza inferirla;
  • comprendere quali bisogni quei legami stanno soddisfacendo;
  • conoscere persone che, nella fantasia, sembrano diverse da ciò che sono davvero.

Accorciare la distanza invitando gli amici a casa però funziona solo se l’atteggiamento è autentico: non per controllare o per cercare conferme ai propri timori, ma per aprire uno spazio reale d’incontro.

L’educazione a volte richiede gesti che non ci vengono naturali. È come guidare su una strada ghiacciata: se la macchina sbandasse verso sinistra, l’istinto suggerirebbe di contro-sterzare subito a destra. E invece l’unico modo per recuperare stabilità è assecondare leggermente la direzione dello sbandamento, lasciando che la macchina ritrovi il suo equilibrio.

Con i nostri figli accade la stessa cosa: la rigidità crea distanza mentre la curiosità crea spazio.

Idee di frasi per iniziare

Ti lascio alcuni copioni per introdurre l'idea di invitare gli amici di tuo figlio o tua figlia a casa:

«Mi piacerebbe conoscere i tuoi amici: è un modo per capire meglio il tuo mondo»
«Raccontami cosa apprezzi di lui/lei, sono davvero curiosa»
«Se vuoi, potete stare qui: a me fa piacere avervi a casa»
«So che a volte posso sembrare diffidente, ma ci tengo a capirvi di più»


Perché funziona?

Aprire lo sguardo sulle amicizie dei tuoi figli ti aiuta a:
  • ridurre la distanza emotiva tipica di questa fase;
  •  trasmettere un senso di fiducia nelle loro capacità di orientarsi;
  • evitare la dinamica «noi contro loro»;
  • creare un clima in cui eventuali segnali di rischio emergono più facilmente;
  • sostenere l’autonomia sociale senza perdere il proprio ruolo di guida;
  • rafforzare la relazione, che resta la loro principale base sicura.

Le amicizie, in preadolescenza, spesso sono transitorie: arrivano per rispondere a un bisogno specifico e si trasformano quando quel bisogno evolve. Non sono una minaccia alla nostra autorità: sono parte del loro cammino.

Un invito a restare nella fiducia

Alla fine, ciò che protegge davvero i ragazzi non è allontanare certe persone, ma restare presenti nella relazione con loro. È il nostro sguardo aperto, curioso e non giudicante a dare ai figli la bussola più importante.

Restare nella fiducia non significa essere ingenui, ma custodire la connessione.
È da lì che passa la vera influenza educativa.

👉 Se hai bisogno di supporto per nutrire la fiducia e la connessione nel rapporto con i tuoi figli preadolescenti e adolescenti (o di risposte mirate su sfide specifiche di questa fase) mi trovi qui su La Tela nella sezione 1a1. 💜

Scritto da

Giada Vettorato – Life & Family Coach
Sono mamma di tre figli con cui ho imparato a vivere le sfide di preadolescenza e adolescenza. Proprio da questo nasce il mio desiderio di supportare altri genitori, attraverso l'esperienza personale che si intreccia con la formazione Montessori, un master in Parent Coaching e gli studi in psicologia.

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