Molti dei NO e delle minacce che diciamo ai nostri figli sono il prodotto dell’educazione che abbiamo ricevuto e li diciamo perché crediamo che i bambini debbano essere in grado di attenersi a regole comportamentali decise da una società che premia l’immobilità: più un bambino sta fermo e zitto, più è bravo, più si “comporta bene”. Più si muove e non sa controllare i suoi istinti (più fa il bambino normale, insomma) più i genitori sono alla mercé di giudizi e dita puntate. Questa mentalità è un grandissimo fallimento della nostra società. Io mi ribello.
L’altro giorno eravamo al ristorante e due signore mi hanno detto che ho fatto un ottimo lavoro come madre, perché Oliver ed Emily sono stati seduti a tavola, hanno mangiato e poi si sono messi a disegnare tranquilli sulle loro tablet. Ho sorriso, ma mi ha dato fastidio, perché la stessa velocità con cui pensano ed esprimono un giudizio positivo, penserebbero e non esprimerebbero un giudizio negativo. Ho detto grazie, ma se non fossi stata stanca e la musica fosse stata più bassa, avrei detto quello che dico di solito.
Che non è sempre così e non sempre lo è stato. Che i miei figli hanno passato migliaia di ore nei ristoranti: non è più la novità e quindi l’eccitazione non impedisce loro di comportarsi come a casa. Che la società dovrebbe riconsiderare gli indicatori di buon comportamento dei bambini, che stare zitto e fermo sicuramente non è uno di quelli. Ma soprattutto che gli indicatori del mio successo di madre sono ben altri: che i miei figli si sentano tranquilli, ascoltati, rispettati, sicura della nostra fiducia — questo dovrebbe fare sentire una madre orgogliosa.
Possiamo evitare la lotta di potere al ristorante?
Scegliendo un ristorante adatto, con un’area giochi, portando dei colori, un gioco da tavola. In un posto così, il genitore non sente la pressione ed è più probabile che riesca a mantenere la calma.
Ricordandosi che è normale che il bambino non voglia stare seduto al tavolo, la sua natura è l’attività non l’immobilità (come vorrebbe farci credere la società).
Cominciando dal nostro esempio in casa: se quanto mangiamo ci alziamo in continuazione per andare a prendere il cibo in cucina, come possiamo chiedere ai nostri figli che stiano seduti?
Offrendo opportunità di praticare questa abilità: se non portiamo mai i bambini al ristorante, non possiamo pensare che quando lo facciamo sappiano come comportarsi (nemmeno se lo sanno a casa).
Fregandocene dell’opinione di una società che non capisce il bambino, pensando prima ai bisogni di nostro figlio e offrendogli alternative: “puoi correre intorno al NOSTRO tavolo. Puoi passare sotto al tavolo come se fosse un tunnel”…
Dedicandogli tempo a tavola, leggendo un libro e giocando con lui invece di parlare con gli amici: se non abbiamo scelto un ristorante kid-friendly con un’area giochi o un piccolo parco dove possa correre libero non è colpa di nostro figlio.
Uscendo con amici che capiscono tutto questo, che ci appoggiano e ci aiutino: gli amici che "alla sua età dovrebbe stare seduto a tavola" alla loro età dovrebbero sapere che giudicare qualsiasi persona (specialmente un bambino) sulla base di un'occasione singola è sbagliato e poco rispettoso.
Se nulla funziona, capendo che è arrivato il momento di alzarsi e fare una passeggiata, senza rancore, senza rabbia, senza “ecco, non posso mai godermi un pranzo”: se ci aspettiamo che nostro figlio stia seduto a tavola, siamo destinati a fallire tutti e a rovinarci il pranzo.
Come aiutare i bambini ad avere successo al ristorante?
- Permettiamo ai bambini di imparare con i loro tempi e con naturalezza, senza NO non necessari, senza castighi e senza minacce: è un processo, perché non renderlo più piacevole per tutti?
- Ricalibriamo le aspettative: in una situazione in cui sappiamo che i bambini fanno fatica, l’unica aspettativa che possiamo avere è che avranno ancora più bisogno di aiuto, amore e comprensione.
- Scegliamo un ristorante adatto, con dei giochi, dei libri per bambini o sulla spiaggia, dove anche le aspettative degli altri clienti siano ben calibrate;
- All’inizio scegliamo sempre lo stesso ristorante, che crea famigliarità sia con il cibo sia con l’ambiente: e ricordiamoci che in ogni posto nuovo, un bambino piccolo impara da zero.
- Mamma e papà fanno a turno: il papà si prende la responsabilità del figlio per metà pranzo e la mamma per l'altra metà. Oppure la mamma si prende la responsabilità un giorno e il papà l'altro: in questo modo, uno dei due genitori è sempre 100% presente per gli amici e l’altro 100% presente per i bambini.
- Abbassiamo il volume della vocina interiore che ci dice “ci stanno guardando tutti”. Chi giudica i genitori di un due-enne che corre intorno ai tavoli non ha la più pallida idea dello sviluppo dei bambini.
- Lasciare che i bambini imparino con naturalezza è giusto e più efficace, ma il rispetto per gli altri è fondamentale: anche gli altri clienti hanno il diritto di godersi il loro pasto. Se abbiamo portato i nostri bimbi in un posto non adatto a loro, è nostra responsabilità assicurarci che non disturbino, giocando con loro e intrattenendoli finché sapranno farlo da soli.
La consapevolezza è libertà!
Ricordo anche una sera in un ristorante la faccia della coppia accanto a noi quando hanno visto il passeggino...e nemmeno lo avessimo fatto apposta...quella sera il nostro piccolo era indemoniato... abbiamo mangiato a turno passeggiando del parcheggio per calmarlo, evidentemente nn era una buon serata, pazienza...
Grazie per i tuoi preziosi spunti.
Un abbraccio Alessia
Io credo sia importante rispettare gli altri e gli spazi comuni e da sempre sia io che mio marito chiediamo ai bambini di parlare più piano e camminare se siamo in posti non adatti a famiglie: credo che sia nostro dovere come membri di una comunità ed è lo stesso rispetto che vogliamo trasmettere ai nostri figli. Ma credo che il livello di sopportazione spesso sia troppo basso, un bambino è pur sempre un bambino e per lui non esistono spazi adatti o meno, esiste solo esprimere la propria natura: per questo, quando erano più piccoli sceglievamo sempre ristoranti con aree giochi o comunque frequentati da famiglie, ma mi dicono in tanti che ci sono poche realtà così in Italia. È un peccato, sono anni che dico alle mie amiche in Italia di crearli perché avrebbero tantissimo successo! 😉
E poi trovo che sia anche molto importante ricordare che questo discorso deve adattarsi alle preferenze di ogni famiglia, che se non si ama andare al ristorante, perché forzare la situazione? Noi adoriamo da sempre mangiare fuori casa, quindi per noi è stato naturale includere i bambini.
Grazie davvero per il tempo che hai dedicato a scrivere questo commento, punti di vista molto interessanti!
Mio marito dice che non si comporta bene perché lei si alza, caspita ha solo 4 anni, come può rimanere tutto il tempo seduta?
Un abbraccio grande e grazie per tutto.. Ho iniziato il tuo corso, voglio farlo piano piano senza fretta.. 😘