Preferiti dei bambini
benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma in questo episodio di montessori in cinque minuti vi racconto solo una storia che lessi in spagnolo un paio di anni fa su internet e che ho ritrovato per caso. Da poco non sono riuscita a risalire alla fonte primaria perché ormai ha girato veramente troppo su internet, ma ci tengo a precisare che non è farina del mio sacco. Io mi sono limitata a tradurla dallo spagnolo. Fa così un giovane incontra un anziano che ricorda con emozione e un suo vecchio insegnante, dopo averlo salutato affettuosamente, gli dice Si ricorda di me? L'anziano risponde di no. Allora il giovane gli dice che era suo allievo molti anni fa l'anziano professore gli chiede Cosa fai oggi? Sono un insegnante, risponde con soddisfazione. Ah, bene, come me da tanti anni. Sì, sono diventato un insegnante proprio perché lei mi ha ispirato. L'anziano gli chiede quando lo ha ispirato a diventare un insegnante e lo studente racconta questa storia. Un giorno un mio amico, anche lui studente, è arrivato con un bellissimo orologio nuovo. Io ho deciso che lo volevo e gliel'ho rubato l'ho tirato fuori dalla sua tasca e l'ho messo nella mia. Poco dopo il mio amico ha scoperto che gli era stato rubato e si è lamentato con lei, caro maestro. Quindi lei si è rivolto alla classe. Qualcuno ha rubato l'orologio di un compagno, chiunque esso sia, che lo restituisca o che lo dia a me. Così io posso restituirlo. Io non lo restitui perché non volevo. Mi vergognavo terribilmente di mostrarmi un ladro di fronte a lei, al mio amico e a tutti i miei compagni. Ci guardammo tutti perplessi. Nessuno disse niente. Poi lei chiuse la porta e disse a tutti noi di alzarci in piedi e che sarebbe passato da ognuno a cercare l'orologio nelle tasche, negli zaini, sulle scrivanie finché non lo avesse trovato. Ma ci disse anche di chiudere gli occhi, che avrebbe fatto la ricerca solo se tutti avevamo gli occhi chiusi. Chiudemmo tutti gli occhi e lei passò di tasca in tasca, cercando l'orologio. Quando arrivò a me, trovò l'orologio e lo prese. Continuò a guardare in tutte le tasche degli altri. E quando finì, disse Ora aprite gli occhi. Abbiamo trovato L'orologio L'ho già restituito al suo proprietario. Non mi disse niente. Non menzionò mai L'episodio. Non disse mai chi aveva rubato l'orologio. E quel giorno lei salvò la mia dignità per sempre. Mi evitò la vergogna che mi avrebbe provocato l'essere accusato di rubare davanti a tutti e soprattutto davanti al mio amico. Quello fu il giorno in cui provai più vergogna in assoluto nella mia vita intera. Ma fu anche il giorno in cui lei salvò la mia dignità. Avrebbero potuto etichettarmi tutti come ladro, come una persona cattiva. E magari allora lo sarei diventato perché le parole degli altri creano immagini di noi nella nostra mente. E invece lei mi diede una lezione morale e una seconda opportunità. E io ricevetti il messaggio forte e chiaro. E capii che questo è quello che dovrebbe fare un vero maestro. Ricorda questo episodio. Maestro L'anziano risponde Ricordo la situazione l'orologio rubato la ricerca, il ritrovamento di averlo restituito. Ma non mi ricordavo di te. Sai perché? Perché anch'io avevo gli occhi chiusi mentre cercavo insegnare. È l'arte di aiutare gli altri a essere migliori. È l'arte di diventare un esempio. Non tanto per ciò che si dice, quanto per ciò che si fa per ciò che si è. Questa è l'essenza dell'insegnamento. Se per correggere devi umiliare è perché non sai insegnare questa storia. A me ha colpito tantissimo perché è l'essenza di tutto ciò che cerco di diffondere ormai da tantissimi anni con la tela di Carlotta. Spero che a voi ispiri tanto come a me e a volte è vero che sono solo tre minuti ed è solo una storia, magari anche inventata. Però spesso penso che tre minuti a volte bastino per cambiare la percezione di quello che facciamo ormai da tutta la vita. Perché non è vero che se si è sempre fatto così, allora vada bene continuare a fare così. Umiliare i nostri figli quando sbagliano non è il modo migliore per insegnare loro. Non è un modo per insegnare affatto quando vi dico che Montessori mi ha insegnato a sviluppare una familiarità con l'errore, intendo anche questo. Intendo che mi ha insegnato ad accogliere l'errore accettazione con benevolenza, con gentilezza, senza criticare, giudicare, puntare il dito o umiliare. E credo che questa sia una lezione che dovremmo imparare tutti, sia nel con le persone, nella nostra vita e sia e soprattutto con i nostri bambini. Se potete ripensare a una volta in cui avete fatto un errore e non siete stati giudicati o umiliati per questo errore. Ma vi siete sentiti accolti? Credo che abbia una forza pazzesca e credo che questa forza possiamo usarla per educare i nostri figli a lungo termine. Vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana con educare con calma. Nel frattempo mi trovate su w w w punto la tela di carlotta punto com e anche su Instagram e Facebook come la tela di carlotta blog. Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao